martedì 19 maggio 2020

Diario di una vita sospesa

Sulle note calme e meditabonde delle Gymnopedies di Satie mi fermo a pensare stasera ...
Di cosa ho paura ?
Della violenza,  in tutte le sue forme non escluse quelle verbali. Lasciano graffi profondi che possono sanguinare anche molto tempo dopo essere stati inferti.  Anche solo il ricordo di un'ingiustizia subita o di un'offesa non replicata riesce a darmi fastidio e disturba i miei sonni. Ho una patologia dello spirito che mi  riconosco , non posso dimenticare mai ciò che mi ha ferito e nemmeno chi.
Come la corrente di un fiume, lenta ed inesorabile, la marea dei ricordi mi travolge, soprattutto di notte e capita che  si impiglino nella rete  della memoria proprio i peggiori , quelli legati ad un momento difficile o quelli che ancora dopo secoli ti graffiano. Alimentano le mie insicurezze .
Se è vero che sono le persone più fragili quelle che non riescono a dimenticare, io di questa debolezza col tempo ho imparato a farne scudo e così in qualche modo agli altri sembro un po' differente da come in realtà sono . Non amo mostrare le mie ombreggiature, mi travesto e indosso un abito mentale che possa nascondere i miei cocci, quando mi sento spezzata.
Da cosa devo difendermi ?
Dall'ipocrisia nelle sue forme più sottili che a volte scambio incredibilmente per lealtà , sbagliando per un''innata  fiducia negli altri . Non sono le bugie ma il veleno della malignità a disorientarmi, e così dopo la delusione quando vedo finalmente le persone per quello che sono le cancello dalla mia vista . I meccanismi difensivi che possiamo mettere in atto sono diversi alcuni molto efficaci, altri meno.  Ma è indubbio che tutti pratichino l'antica arte della difesa psicologica, con alterni risultati ovvio.
Questo lungo periodo di " contenimento" per esempio, ha amplificato da un lato i miei timori, dall'altro mi sta dando modo di esaminare le pieghe e gli stropicci della mia vita interiore .
Vorrei approfittarne per buttar via tutto quello che mi ingombra l'anima , non mi fermavo da un po', trascinata in avanti dal ritmo  della vita di "tutti i giorni", sempre pensando di aver altro tempo
per farlo.più in là....
Poi senza preavviso l'onda lunga della pandemia ci ha cristallizzati tutti in un modo di vivere diverso.  Ombra e luce, vita e morte, non c'è stata più scelta  tutto è arrivato insieme allo stesso tempo senza sfumature , crudamente reale. Ci siamo trovati ad un passo dal precipizio, tutti .
E così ci siamo fermati , il tempo che si è misurato in due mesi sul calendario  in noi è diventato indefinito.
Oggi che è stata riaperta la Porta della Ripresa, la paura che prima ci teneva nelle tane sta pian piano svanendo come nebbia al mattino.   Gli occhiali  da sole però non ci  basteranno , servirà molto di più per salvarci dall'ipocrisia di quel  "non è colpa nostra"  che continuiamo a dirci .
Si dovrà ricalcolare il tempo e dargli il peso giusto, aprire gli occhi sulla rovina che abbiamo procurato al nostro modo e mettervi rimedio . Accettare l'idea che la fragilità è un dato umano, a cui si risponde con la solidarietà. Abbiamo avuto un  monito.
La mia paura ora è che l'ipocrisia  sia la risposta assurda alla paura, che nascondere la testa nella sabbia abbia ancora una volta la meglio sulla voglia di cambiare registro .
Il mio desiderio invece è che il coraggio e la volontà di vivere una nuova consapevolezza non  ci abbandonino  .




Holly

Holly
"..Davvero pensi che non ti abbia capito..."

Lothlorien

Lothlorien
" Là dove tutto il mondo s'incontra in un solo nido"