giovedì 5 maggio 2022

Il sapere femminile

Non ho avuto una figlia, ma ho avuto un figlio.

Mi sarebbe piaciuto veder scorrere nella generazione dopo di me quella gran ricchezza che sono i saperi  femminili. Il modo stesso di stare al mondo delle donne, aldilà delle condizioni sociali e culturali .   L'insieme di tutte le arti, le conoscenze e le attitudini che caratterizzano l'esperienza delle donne di una famiglia e che vengono in dono da una generazione all'altra.

Quando ero una ragazzina guardavo con curiosità e piacere mia nonna fare tante cose e spiegarmele con la naturalezza delle donne del suo tempo che nella vita avevano accumulato esperienza e sapere. Tutto quello che faceva era regolato da ritmi e tempi scanditi dall'esperienza, la sua vita era regolata dal suo stesso operare. Era apparentemente una donna semplice, senza grande cultura, ma aveva in sé alcune sfumature di temperamento che tradivano un'inquietudine strana, un riflesso di luce che mi attraeva .  Allora non pensavo che anche soltanto guardarla mentre stirava le camicie del nonno e le lenzuola con il ferro scaldato sulla stufa a  legna, mi avrebbe lasciato per sempre un  ricordo legato ai suoi movimenti lenti e precisi e al profumo del cotone che si stendeva sotto il calore ed il peso del ferro caldo. Lego questo ricordo all' insieme delle mie  memorie olfattive.  Seguivo il suo lavoro in silenzio come fosse una meditazione e mi sentivo al sicuro, in un heritage di cui facevo parte .   Da lei ho imparato molto, soprattutto ho capito la sua pazienza, anche se non sono mai riuscita a praticarla del tutto a causa  della mia natura più ribelle ed ostinata che a ben guardare  apparteneva anche a lei, ma senza esserne preda.

Mia madre invece era diversa, lavorava fuori casa, in ufficio, sapeva fare tante cose ed era una persona terribilmente attratta dalle novità.    Per esempio quando cucinava,  le piaceva sperimentava cibi nuovi che ci propinava senza misericordia e macchinari da cucina di ultimo grido che comprava in continuazione.  Nonostante abbia quasi sempre lavorato fuori casa, ha  cucito i miei vestiti fino a quando abbiamo realizzato che costava meno comprarli, negli anni ottanta . Dopo una certa età si è interessata alla tecnologia che stava prendendo piede, ha fatto dei corsi per usare il computer che ha cominciato ad usare sul lavoro ed a casa. E' stata lei che mi ha battuto la tesi di laurea su un pc dell'epoca . La mia tesi è ancora su dei floppy disc.  Era una donna molto attiva, nel tempo libero andava a camminare in montagna, faceva ginnastica in palestra, ma ha anche fatto lavori al telaio, tappeti, uncinetto e maglia. Da giovane era una sportiva ed ha tentato più volte di spingermi a fare dello sport, senza grandi risultati.   Non riusciva proprio a stare con le mani in mano, donna impegnata nel sociale, madre a volte severa, da lei ho imparato anche che dietro la smania di fare c'è spesso una nevrosi.   Al tempo, quando mi costringeva a darle una mano nei lavori artigianali che intraprendeva togliendomi al sublime piacere di leggere un libro, io ero davvero infastidita.  Mi rendo conto ora che so organizzarmi  bene nelle cose pratiche  perché lei con me ha parecchio insistito sul fatto che " una donna deve saper fare tutto "  e questo oltre  alla temperanza di mia nonna che porto nel mio bagaglio di cose ereditate, mi è servito molto.

Io sono diversa e uguale a tutte due loro, più meditativa perché amo la compagnia di un libro o anche semplicemente osservare la natura, a volte mi perdo dietro ad un pensiero  come dietro ad una nuvola.  Non sono a tutt'oggi per niente interessata allo sport  di alcun genere.  Coltivo gli interessi che mi riguardano e la mia innata malinconia esattamente come le piante del mio terrazzo .  Convinta che nella ritualità di certi gesti ci sia della sacralità, questo mi accende dentro la luce necessaria per affrontare un mondo che trovo sempre più ostile ad anime dotate di maggiore sensibilità.    Alla ricerca di un equilibrio tra un presente impegnativo, un passato che visto dall'oggi, sembrava più felice ed un futuro poco accogliente, nebbioso ed impermeabile, avanzo in questi anni sperimentando il lato buono della solitudine.  Sono legata a doppio filo alle donne che mi hanno preceduta, come in una catena di mani legate che mi danno la sensazione di essere un tutt'uno. Attraversare il tempo, quello che mi è stato destinato, con un'eredità di esperienze raccolte durante il cammino è tanto, avrei voluto poter passare anch'io qualcosa in questo modo.

I passaggi del sapere femminile sono legati a dei rituali, mi consola il fatto che non riguardano solo una linea generazionale, ma simbolicamente si estendono alle donne in generale ed oggi anche a quegli uomini, figli delle loro madri, che desiderano  alimentare il loro lato femminile senza troppe paure. 

Non penso sia la stessa cosa perché donne e uomini sono diversamente predisposti alla vita, ma il filo che ci  lega alle nostre madri e resiste nel tempo ha a che fare con la vera intima essenza divina dell'essere femminile . Con tutti i misteri e le specificità che questo comporta.            

In un'epoca che definire fluida è riduttivo, questa disamina potrebbe   sembrare   fuori luogo,  ma io credo che invece sia necessario accedere a tutti i  "significanti" senza perdere di vista le antiche strade .   La simbologia della Madre attraversa il mondo e la storia.  

L'estetizzazione forzata e le generalizzazioni del mondo in cui viviamo non ci lasceranno alcun retaggio, temo.


Holly

Holly
"..Davvero pensi che non ti abbia capito..."

Lothlorien

Lothlorien
" Là dove tutto il mondo s'incontra in un solo nido"