Vorrei sapere per quale motivo la solitudine deve avere per molti solo un'accezione negativa . Non sarà anche questo un retaggio della nostra terribile educazione postmoderna e borghese che ci rimane incollata anche se l'abbiamo ripudiata, come macchie di un colore tremendo che non si riescono a togliere ? Forse posso sembrare un po' irriconoscente, e sì lo sono, ma non penso si debba riconoscenza a qualcosa che non ti è servita per capire il mondo e forse dentro di te consideri anche abbastanza ipocrita. La solitudine invece è solo una dimensione e quindi la indossi come un vestito, sta oltre la pelle. Può essere scomoda o molto confortevole e il suo scopo, nel tempo necessario, è perlopiù quello di rimettere in ordine le idee senza interferenze altrui, riconteggiare le priorità o semplicemente stare in silenzio. Si parla della solitudine non della desolazione che è un ben diverso stato d'animo, il primo ha a che fare con il bisogno di sottrarsi per ritrovare se stessi ed è una scelta, il secondo ha a che fare con l'abbandono o con l' abdicazione da sè. Personalmente amo gli spazi della solitudine e se posso viverli nell'abbraccio della natura ancora di più. La socialità è un'altra dimensione, ne abbiamo molte, e implica una serie di regole perchè la vita condivisa ne ha bisogno per funzionare. Stare assieme agli altri, famiglia , amici , colleghi, nuove conoscenze ... è una parte importante della nostra vita, a volte ci rende felici altre ci affatica o ci disturba addirittura, per questo abbiamo necessità di spazi solitari dove elaborare il vissuto o digerire la pesantezza di situazioni stressanti. La solitudine, la dimensione solitaria direi meglio è uno spazio che diamo al nostro Io per prendere respiro e tempo . Allo stato attuale delle cose, per come ce la raccontano i media o per via della folle corsa in cui siamo trascinati tutti giorni, tra esigenze fittizie e desideri contraffatti dalla pubblicità la solitudine sembra assimilata solo al vuoto. Ma la solitudine non è assenza, ma una rete di sicurezza in cui lasciarsi andare per praticare l'esercizio difficile della consapevolezza di sè .
Dopo questo lungo periodo di chiusure e clausure a causa della pandemia è evidente che si voglia tornare alla convivialità , ma io sento forte anche il bisogno di mantenere degli spazi solitari dopo quest'anno "sabbatico " dalla vita che conoscevamo ed a cui forse torneremo cambiati. Non penso sia soltanto una mia esigenza , ho notato sui social che c'è un sacco di gente che intraprende percorsi di cammino in solitaria o a piccoli gruppi, le strade preferite sono quelle legate a cammini eremitici o vecchie strade antiche da percorrere fuori dai consueti itinerari . Solitudine, cammino e strade boschive sembrano essere il mezzo per restituirci la fiducia e un ritrovato interesse verso le essenzialità dell'esistenza .