"Posò lo sguardo sulla statuetta in stile Thai che campeggiava sul tavolino di vetro
e legno accanto al divano. Era lì da tempo in un angolo, ormai invisibile. Ora il fatto stesso di guardarla di nuovo attentamente, la faceva emergere dal contesto restituendole improvvisamente spessore. Rappresentava la figura intera di una donna sottile, le mani giunte i lineamenti orientali le vesti lunghe ed aderenti al corpo, forse una piccola dea . Così bella nella sua finita perfezione si ergeva su di un piedistallo nero di pietra, dritta ed allo stesso tempo fluida nell'intaglio del legno che le dava forma ."
L'attenzione che si mette nel guardare anche cose già viste apre spesso nuovi scenari e questo diventa un ottimo esercizio per ampliare la propria visione e sperimentare la meraviglia .
Da quando nasciamo fino alla fine dell'infanzia impariamo a decifrare il mondo attraverso lo sguardo, traducendo in vocaboli e categorie sia le immagini che le nostre sensazioni a riguardo. Crescendo diventiamo ancor più selettivi e meno attenti, affidandoci poi da adulti solo alle categorie perché il linguaggio è definito e, riteniamo , sufficiente .
In effetti ci perdiamo per strada il ' meravigliarsi ' con tutto quello sfolgorìo di emozioni che si porta dietro. Abbiamo l'impressione forse di aver già visto tutto e non guardiamo veramente nulla. Significa riuscire a togliere dal tutto il particolare, dare spessore e far emergere dall' invisibilità ciò che guardando comincia a prendere altra forma .
Tutto quello che vive o che è "manufatto" ha una sua multidimensionalità e come tale possiede diversi angoli di visuale. A volte dimentichiamo di avere la possibilità di aprirci a infiniti e nuovi campi di conoscenza e attraversando l'esperienza della ' meraviglia ' poter accedere a momenti di pura felicità. Viviamo immersi in vortici di stimoli accecanti e fugaci ed invece avremmo bisogno di un po' di silenzio e concentrazione . Servirebbe una disciplina che sviluppi bene la capacità di meravigliarsi, non solo per rinnovare la nostra usurata visione delle cose e delle persone, ma perché si produca in chi' guarda' un cambiamento, una nuova consapevolezza.