martedì 2 giugno 2020

Diario di una vita sospesa

Bene siamo praticamente alla fine di questo lungo periodo di fermo immagine ...
Da domani si apriranno le porte metaforiche tra le regioni e tra gli stati ed il confinamento non sarà più tale . La "sospensione" che tanta parte aveva in questa mia sequenza di parole e significati non avrà più lo stesso senso.
Stiamo ancora sotto assedio del Virus, ma sembra che non si potesse concedergli di più di così e siamo ripartiti... per dove ancora non è chiaro.
La speranza di cogliere l'occasione per  un miglioramento generale è solo un'idea e già piccoli segni di tradimento delle aspettative si notano qui e là . Come un'ondata di fango su di un lenzuolo pulito ecco apparire chi cerca di mettere bastoni tra le ruote di ingranaggi faticosi solo per ignoranza  senza alcun intento costruttivo. Deleterio in un momento così delicato, come l'elefante in una cristalleria.
La cosa che più mi preoccupa  è il ritorno all'insipienza e alla volgarità del pensiero negazionista ed egoista. Quello che  crede solo in quello che gli conviene anche a scapito degli altri.
Come quelli che stanno fermi in macchina col motore acceso. Non li sfiora il pensiero di inquinare l'aria , semplicemente non pensano a chi gli passa accanto sul marciapiede.
Il discorso sul clima è sparito dalle argomentazioni politiche ultimamente, come se si potesse cancellare il pericolo che incombe. Tutta l'ammirazione ed il sincero stupore per la Natura e il suo riappropriarsi degli spazi urbani che tanto ci inteneriva da dietro i vetri delle nostre case ora è un esile ricordo,  inutile all'economia con cui si deve  fare i conti. Manca un pensiero coerente sul problema climatico tanto quanto manca il ragionare come comunità .
L'altro giorno ho visto in TV un ristoratore lamentarsi perché dei suoi sei ristoranti ne aveva dovuto chiudere due.  Non una parola per i dipendenti che hanno perso il lavoro, ma tante parole rabbiose contro il governo . Due su sei .... non c'è margine di redenzione, chi era centrato a guardarsi l'ombelico ha continuato a farlo.
"Noi" è una realtà indefinita e  "ce la faremo insieme"  una proposta non del tutto contemplata .
Certo poi ci sono anche le persone che fanno la differenza, ci sono e si sono viste nel momento del pericolo. Poi, come per una magia malvagia, quello che è stato fatto viene zippato dalla memoria collettiva in una manciata di pensierini e messo nel solaio della coscienza. Un posto da dove difficilmente si esce.
In questo momento transitorio da cui dovremo spiccare il salto, sperando di non sfracellarci sul vetro trasparente di un'altra ondata di epidemia, molti di noi non si sentono ancora sicuri e temporeggiano a porte aperte, altri si lanciano convinti che sia la miglior cosa . Nessuno dovrebbe credere che sia possibile salvarsi da solo, perché in gioco c'è il senso stesso del nostro vivere civile .
Infine  una considerazione, oggi mi sono accorta di quanto sia gradevole la città quando non è soffocata dalla gente, quando  camminare in Galleria ti consente di ammirare la stupenda pavimentazione a mosaico in tutta la sua bellezza . In questa  calda giornata di giugno non mancavano le persone a spasso, tutti o quasi, debitamente mascherati , ma non c'era una folla scombinata e fastidiosa oppure gli assembramenti all'entrata dei negozi o intorno a qualche guitto rumoroso e tragicamente ridicolo ...  Senza turisti, torniamo a  camminare da soli nelle nostre città così piene di bellezza e di storia e lo facciamo con piacere.
La città è testimone del fatto che siamo  una comunità , non solo un insieme di persone che vivono nello stesso luogo.

Holly

Holly
"..Davvero pensi che non ti abbia capito..."

Lothlorien

Lothlorien
" Là dove tutto il mondo s'incontra in un solo nido"