(Inizio)
Che la notte passi …
I°
Venerdì,
la settimana stava risolvendosi nel più
tranquillo dei modi.
Riposti
i fascicoli ed archiviate le solite pratiche, il vicequestore aggiunto Giuliana
Milani alzandosi dalla sedia e raccolte le sue cose dalla scrivania, si era
fermata un momento a guardare quel che c'era fuori dalla grande finestra al terzo piano del palazzo della
Questura.
Si
era anche involontariamente specchiata nel vetro della finestra aperta, e
quello che aveva visto era una
testa di capelli ramati appoggiati alle
spalle, un viso minuto con qualche
ruga e lentiggini sparse, due occhi
scuri ed un naso sottile un po'
lungo …
l'immagine che il vetro le rimandava
anche se un po' offuscata, le piaceva .
Aveva
acquisito in età adulta, una certa
lungimiranza nei suoi confronti, un'indulgenza che soave si posava sulle sue
forme ammorbidite dall'età, sulle
imperfezioni inevitabili, sulle rughe di espressione che le disegnavano a volte
il viso. Non voleva continuare a 'giudicarsi' non abbastanza
congrua ai canoni di bellezza imperante, così aveva cominciato a guardarsi con
benevolenza e la cosa la faceva stare molto meglio.
Il
sole implacabile calava all'orizzonte
inondando la città d'oro ed ambra, l'aria si
faceva più sottile e si sentivano
gli stridii delle rondini, alte in cielo,
nel loro volo serale prima di andarsene a dormire .
"
Che bello ! " pensò Giuliana
tirando un lungo respiro.
La
colse un'emozione che avvertì come uno spasmo alla bocca dello stomaco, era
così che avvertiva la gioia, come un doloroso piacere . La bellezza
della natura di un paesaggio, di
un'opera d'arte o di un essere vivente la trafiggeva come la luce fa con il
buio e le lasciava un senso di armonia e pace.
Scendendo infine le scale che portavano fuori per le
strade e i vicoli di quella città, dove non succedeva nulla, pensava che la sua vita con il
trasferimento era veramente cambiata.
Da
un mese a questa parte non era stata segnalata nemmeno un'effrazione. Viveva in una piccola città tranquilla e
cominciava ad abituarsi alla calma.
Salutò
l'agente di guardia all'ingresso ed uscì .
La
primavera sembrava decidersi solo ora a dare un segnale, dopo molte
giornate grigie e umide di pioggia.
Doveva
andare a prendere Zoe, la sua amatissima Bearded Collie, e portarla al
parco a scorrazzare.
" Il momento migliore della giornata
" si disse a mezza voce
Più
tardi avrebbe pensato a come trascorrere la serata, anche se….
Squillo prolungato del telefono.
"
Ciao Giù sono Marianna, stasera
io e Antonio abbiamo prenotato al " Merluzzo d'oro " ,
ci sarà anche Lorenzo, ti passo a
prendere alle otto ! Ciao "
Marianna come al solito non lasciava spazio
alla risposta di Giuliana, che altrimenti sapeva avrebbe imbarcato scuse varie per non uscire.
Non
era solo la pigrizia a tenerla ancorata al divano , ma anche un sottile
desiderio di solitudine e pace .
Da
qualche tempo poi si era messa a scrivere una storia e quale momento migliore
per lasciar fluire la fantasia se non la sera sul divano col Pc sulle
gambe e pizza e birra sul tavolino accanto .
Marianna
però non voleva lasciarla sola con i
suoi pensieri, era convinta che Giuliana
fosse una donna malinconica e sola che avesse sempre bisogno di incoraggiamento per uscire dalle sue nebbie personali . Così esercitando il suo carisma di donna di
mondo dal cuore grande riusciva spesso a coinvolgerla in momenti di spensierata
vita in compagnia.
"
Merluzzo d'oro …? Ma che razza di
nome…" mormorò tra sé Giuliana
Marianna
era tenace come un pittbull, non mollava, ma era anche l'unica amica vera che avesse in città. Per questo il
più delle volte non riusciva a sottrarsi .
Si
erano conosciute quando Giuliana stava cercando casa e Marianna era l'agente
immobiliare che gliela aveva
trovata. Un delizioso appartamento nel centro storico, ultimo piano con un terrazzino panoramico a due
isolati dal commissariato. Praticamente
perfetto.
Giuliana
ne era rimasta subito contenta e per festeggiare l'aveva invitata a cena, e così da quella sera avevano cominciato a frequentarsi.
Marianna
non ci aveva messo molto a presentarle i
suoi amici e se per Giuliana all'inizio era stato tutto un po' troppo, alla fine si era arresa godendosi la nuova compagnia.
Ma ora Zoe
le trotterellava allegra accanto
dandole delicate musate sulle gambe, dopo aver corso a perdifiato dietro ad un
grosso cane nero non vedeva l'ora di
tornare a casa per sbafarsi la sua pappa
serale. Giuliana la prese al
guinzaglio e si incamminarono verso casa.
Stava
già pensando che una volta seduta sul divano non avrebbe più
avuto voglia di alzarsi, quando gettò
un'occhiata distratta allo smartphone che si era improvvisamente illuminato , proprio mentre
la suoneria partiva ad un volume tale da
farglielo quasi cadere di mano.