Giovanna aveva un dono di cui non era del tutto consapevole, ma che a volte riusciva a ravvisare.
Se incontrava, anche solo per per qualche minuto qualcuno che in futuro avrebbe poi fatto parte della sua vita, lo sapeva riconoscere . Non si trattava del balenare di un'idea , ma invece della scossa di una percezione che le attraversava il corpo. Sentiva un rimescolamento nello stomaco e un fiume di immagini le scorreva negli occhi ... e poi nulla, doveva solo aspettare il momento in cui l'esistenza di quella persona, si sarebbe intrecciata alla sua.
Naturalmente questo accadeva di rado, uno strappo nella tela del tempo che presto si richiudeva, lasciandole la sensazione di essere appena scesa da una giostra.
Quando era molto giovane pensava che tutti si sentissero come lei e solo da grande si era resa conto di questa finestra aperta sul futuro.
Ben presto aveva capito che avrebbe dovuto tenere per sè quello che non riusciva a spiegare, e che diventare una donna significava anche avere in custodia dei segreti.
La 'cosa' le era capitata con dei ragazzi di cui poi si era innamorata e con cui aveva avuto delle storie ...e un paio di volte anche con degli amici che di lì a poco avrebbero perso la vita. Ma quella volta le percezioni erano state forti e l'avevano molto spaventata.
Quel pomeriggio le capitò nella ludoteca dove aveva portato il suo bambino a giocare.
Incappò in Marianna mentre tutte e due cercavano di tirare fuori dalle vasche di palline i loro fanciulli ,che non ne volevano sapere.
Cinque anni più tardi, circa, si chiamavano amiche .
Insieme a loro c'erano anche Miriam, Edith, Doriana e Giulia . Il club.