Quasi tutti i pomeriggi d' inverno portava il suo tenero pargoletto in una palestra di gioco. Luca era allora molto piccolo,anche di dimensioni, ma aveva una gran voglia di giocare.
Entrava con il bambino passando prima attraverso le casse, mostrava l'abbonamento e seguendolo verso gli spogliatoi, raccoglieva da terra nell'ordine..il berretto, la giaccavento, la sciarpa , una scarpa alla volta e due calzini. Lui la aspettava scalpitante , con i suoi piedini nudi . Giovanna allora gli toglieva il maglioncino, gli infilava gli antisdrucciolo alla velocità della luce e per ultimo gli attaccava al petto l'adesivo con il suo nome. Luca aveva tre anni e si arrampicava come una scimmietta sulle scale a rete del giocone.
Le prime volte, un anno fà, era stato decisamente più difficile, non si staccava dalla mano di sua madre. Giovanna lo aveva accompagnato sui percorsi strisciando sui gomiti , sbattendo anche la testa nei piloni di sostegno e a volte,era corsa a tirarlo fuori per un braccio dalla buca delle palline colorate, prima che ci scomparisse sotto. Non aveva contato quante volte le era toccato scendere il tunnel buio con Luca abbracciato a lei come un koala.
Adesso era un'altra cosa, poteva starsene ai tavolini della zona ristoro a leggere un giornale o a fare quattro chiacchere con qualche altra madre....
Quello che le mancava tanto ora, nella grande città in cui erano venuti ad abitare, era ritrovare ciò che aveva dovuto lasciare nella sua città di origine, e cioè un gruppo di splendide e confortevoli amiche !