Dopo la pizza, consumata in un piccolo locale in riva al mare, Anna ed Ester attraversarono il paese in piena frenesia da festa estiva.
Le strade erano addobbate e piene di luci e i banchetti degli artigiani cominciavano a raccogliere tanti turisti.
L'atmosfera le contagiò e si fermarono a comprare dei dolcetti di marzapane che mangiarono sedute sul muretto del lungomare, poi salirono in macchina alla volta della Clinica del Verrucchio .
Lo stato di salute di Deva andava migliorando molto lentamente, ancora non riusciva a parlare in modo fluido ma sorrideva e questo valeva più di tante parole. Quando Anna e la figlia entrarono in camera, Deva alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo -'ecco le mie ragazze!' -pensò.
Si abbracciarono ed Anna sentì che la commozione poteva travolgerla da un momento all'altro. Erano lì tutti e tre e con loro si sentiva parte di un tutto più grande, si sentiva grata di poterli tenere ancora tra le braccia , ma sapeva anche che avrebbe dovuto mostrarsi abbastanza forte ora che Deva aveva bisogno di aiuto. Chiamò a sè il suo, ancora un pò precario, autocontrollo e parlò di cose pratiche.
Deva sarebbe uscito dal ciclo delle terapie nel giro di due setttimane e per allora avrebbe dovuto trovare in casa tutto ciò che gli occorreva, carrozzina compresa.
Ester seduta sul letto gli stava raccontando qualcosa . Anna li guardava , avevano lo stesso modo di muovere le mani e di inclinare la testa di lato mentre ascoltavano...
Voleva tornare a casa e ricominciare il più presto possibile a vivere la loro vita di sempre.
Per niente scontata, d' ora in avanti.