Anna si asciugò i capelli con il phon e poi uscì dal bagno insieme ad una nuvoletta di vapore. Ester stava fischiettando una canzone , la sentiva al di là della porta scorrevole della sua camera da letto ed era contenta di saperla così carica di fiducia nel futuro.
In fondo aveva solo tredici anni e non ancora compiuti, ma dimostrava una tempra fuori dal comune. La temporanea perdita di parti della memoria del suo recente passato, dovuta al trauma , non l'aveva spaventata più di tanto ..
-" Mamma tu dovrai cucire insieme i pezzi della mia memoria sfilacciata, metterci delle toppe e così io avrò una coperta patchwork di ricordi !"- aveva detto un giorno Ester, mentre facevano colazione ed Anna aveva annuito sorridendo, incapace di aggiungere altro.
Però poi si ritrovò a pensare che la sua bambina stava crescendo troppo in fretta e che l'incidente aveva dato un'accellerata alla sua maturazione . A volte parlava come un'adulta...laureata in filosofia!
Assomigliava sempre più a Deva, era riflessiva . Lui ,visibilmente orgoglioso ,diceva di vedere negli occhi scuri e nella pelle ambrata della figlia, i colori dell'India.
Il pensiero di Deva ancora in ospedale la fece trasalire.
Dopo circa dieci giorni avevano cercato di svegliarlo dal coma, ma lui sembrava starci bene e così ne passarono altri cinque prima di vederlo aprire gli occhi ed poi ancora alcune ore prima che avesse nello sguardo la luce della coscienza.
Comunque la cosa importante per Anna era che fosse tornato da lei , non pensò nemmeno per un attimo come sarebbe stata la vita dopo. Perchè si sentiva piena di riconoscenza nei confronti della Vita stessa , non voleva sporcare questa sensazione con paura e ansia , e questo l'aveva imparato proprio da lui.