Guardavo il mio figlio più grande dormire il sonno degli incoscienti, sdraiato sul divano del soggiorno.
Capelli arruffati, bocca aperta da cui usciva un leggero suono gutturale, lunghi piedi che nemmeno il bracciolo del sofà riusciva a trattenere.
Io davanti a lui in vestaglia, alle sei del mattino, dovevo aver dormito pressapoco quattro ore. Alle due di notte ero crollata e nemmeno la più devastante preoccupazione materna mi aveva tenuto sveglia.
Con la tazza del caffè fumante in mano lo osservavo ora, cercando di capire cosa era accaduto e quando il mio bambino si era trasformato in un alieno senza regole, con una serie di pessime abitudini attaccate a lui come le concrezioni marine sugli scogli.
Per diciassette anni avevo cercato di essere una madre ...ora mi sentivo una badante. Praticamente gli stavo dietro sistemando ciò che travolgeva .
Le gemelle che erano nate cinque anni dopo di lui non mi davano tanto da fare, anzi erano fin troppo autonome. Forse le figlie femmine hanno in dotazione , per nascita e per genere, un bagaglio di furbizia e di intelligenza sociale maggiore dei maschi, chissà. Certo è che la vita di una donna è costellata di continuate necessità di adattamento, l'uomo invece è spesso convinto che sia la vita che si debba adattare a lui.
Non ho ancora ben capito quale sia l'atteggiamento migliore.