Deva era un uomo tranquillo,riusciva ad ispirare fiducia nella gente.
E per uno che di professione fa il medico,questo poteva essere determinante!
Da principio succedere al vecchio 'dottore del borgo'non era stato così semplice perchè lo guardavano un pò tutti come fosse un marziano, in seguito era riuscito a convincere,dando a tutti l'impressione di avere sinceramente a cuore la salute della comunità.
Deva non si risparmiava mai, correva da chiunque lo chiamasse,elargendo cure mediche e solidarietà.
Ben presto divenne un personaggio conosciuto anche nei dintorni e il numero dei suoi pazienti arrivò al massimale in meno di tre mesi.
Siccome da inguaribile ottimista si dichiarava molto soddisfatto ,questa cosa produceva soddisfazione anche in chi lo frequentava. Anna era convinta che dipendesse dalle sue origini, l'India ce l'aveva nei lineamenti, nel modo di fare ,nella pelle.
I suoi occhi così scuri che quasi non si riconosceva la pupilla, erano sempre un pò lucidi, come quelli di chi ha appena finito di leggere un libro che lo ha emozionato. In verità portava gli occhiali a causa di una miopia di media entità,ma li portava solo quando lavorava.
Diceva che vedere il mondo un pò sfuocato lasciava più spazio all'immaginazione e a lui piaceva così.
Si può ben dire che il fascino che emanava dal suo sguardo dipendesse in parte dall'indugiarecon gli occhi sulle cose e le persone.
Aveva un modo di guardare negli occhi una persona, che magari parlava con lui ,così intenso da farla sentire importante più di ogni altra cosa.
Si rapportava con gli altri con estrema attenzione e delicatezza.
Anna lo amava anche per questo, per il suo modo speciale di trattare con la gente.
Lei non era affatto così, per una certa diffidenza insita nella sua natura faceva più fatica a fidarsi del prossimo ed era meno aperta , ma stare vicino a Deva la compensava e la stava aiutando ad uscire dal guscio in cui s'era rinchiusa.